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Il volume raccoglie
cinquantadue prediche tenute dal
canonico Pasquale Vastano (1881-1961),
di S. Maria Capua Vetere (Caserta), tra
il 1916 e il 1961. È il secondo che Bova
fa seguire a un primo del 2011, che
conteneva venticinque omelie tenute tra
il 1903 e il 1915. Le due raccolte sono
precedute da una biografia pubblicata
dall'Autore nel 2006. Il Vastano, figlio
del garibaldino Nicola, fu un forbito
oratore sacro oltre a essere il maggior
latinista e grecista della diocesi,
grazie anche alla laurea in Lettere
Classiche. Già cappellano militare nella
Prima Guerra Mondiale, decorato con due
medaglie d'argento e una di bronzo,
abbinò all'impegno sacerdotale quello
politico, sostenendo il Partito Popolare
e attirandosi inimicizie politiche per
le quali subì anche tentativi di
aggressione fisica. Nel 1922 fu nominato
cavaliere della Corona d'Italia su
proposta del Presidente del Consiglio
dei Ministri Luigi Facta, predecessore
di Mussolini. Fondò e diresse nel 1922 a
Capua la Scuola Tecnica "Pier delle
Vigne" e, dal 1941, fu preside presso
l'Istituto "Santa Teresa" di S. Maria
C.V.
Le prediche, scritte per essere recitate
e non pubblicate, furono tenute nel
periodo della u Guerra Mondiale e del
Dopoguerra in varie chiese di S. Maria
C.V., Capua, S. Angelo in Formis,
Caserta e Benevento. Hanno il valore di
una rievangelizzazione, di un
rinnovamento della fede tra la
popolazione abbattuta dai lutti
familiari, dall'ansia per i prigionieri
di guerra, dalla miseria, dalla fame,
dalla disoccupazione, dalla
prostituzione, dal mercato nero, dalla
cattiva stampa e dalle mode invereconde.
Nelle omelie, tra le figure di spicco,
campeggiano quelle di Pio XII († 1958),
dell'arcivescovo Salvatore Baccarini (†
1962) e di padre Giammaria Palumbo (†
1947), che furono vicini al sacerdote in
momenti difficili. Molteplici i temi
trattati, fra cui quello della donna,
del matrimonio e della famiglia.
Rilevanti la predica su S. Vincenzo de'
Paoli, tenuta nell'Istituto S. Teresa
delle Suore di Carità dell'Immacolata
Concezione d'Ivrea (1941), il panegirico
su S. Giovanni Battista de la Salle,
recitato nell'Istituto Piccirillo
(1943), e la predica Per la Comunione
Pasquale dei Carissimi, nello stesso
Istituto (1944), dove il Vastano fu
amico di fra Nicasio e di don Raffaele
Riccardi. Belli anche i panegirici su S.
Giovanni Bosco e su S. Pietro. Nelle
omelie «al centro c'è la figura di un
prete colto, maestro di generazioni di
allievi, nato e vissuto a S. Maria C.V.,
protagonista della vita religiosa e
culturale, ma anche politica di quella
parte di Terra di Lavoro racchiusa nei
confini dell'antichissima archidiocesi
di Capua. Educato alla scuola del
cardinale Alfonso Capecelatro, Vastano
fu un punto di riferimento per quella
parte di clero di Terra di Lavoro che
mantenne vivo il seme della libertà e
della democrazia, anche negli anni
difficili del Fascismo. Dinanzi ad una
Chiesa quasi tutta schierata ed
omologata, Vastano, figlio di un
garibaldino, mostra fierezza e coerenza
di ideali patriottici che egli sa
coniugare con un'autentica testimonianza
evangelica. Per lui, per decenni maestro
di cultura nelle scuole religiose e in
quelle pubbliche, "educare vale liberare
la volontà dalla tirannia propria come
dalla tirannia altrui"» (Salvatore Delli
Paoli). L'arcivescovo Diligenza disse
una volta al Bova: «Sii fiero del
sacerdote Vastano. Previde subito che la
caduta non lontana del Fascismo avrebbe
portata di conseguenza anche quella
della monarchia». |