Noi per la prima volta stiamo
avvertendo il vento della democrazia.
Muoversi nel Sessantotto è come at
traversare un fiume scivoloso: si corre
il rischio di cadere su qualcosa che può
far male. Nelle ricorrenze se ne parla,
si interpellano i protagonisti diretti,
con l'intenzione di mantenersi lucidi,
distaccati. Qualche volta si riesce a
rimanere al di fuori del suo contesto o
al di sopra, ma non sempre è possibile.
Le interpretazioni personali e le
nostalgie prevalgono nel racconto, che
può diventare azzardato. Il libro di
Piera Ruocco si sofferma con obiettività
su questa stagione particolare vissuta a
Salerno, quando anche una città
sonnacchiosa e di provincia ebbe il suo
risveglio e trovò dentro di sé il modo
di attivare in un periodo breve le
energie migliori, quel le che gli anni
successivi videro disperdersi o
tramutarsi in altro, perdendo la loro
fisionomia originaria e lasciando che la
città si richiudesse nel suo consueto
"perimetro" di "provincia", dove tutto
avviene secondo stereotipi collaudati,
limite per una sua possibile crescita
nel confronto e nella solidarietà. |