Il
presente volume contiene in edizione
integrale cinquantaquattro pergamene del
Capitolo Capuano, settantanove della Curia
Arcivescovile (comprese tra il 1455 e il
1459) e quarantaquattro in Appendice
(comprese tra il 960 e il 1497), provenienti
da entrambi i fondi e dal Museo Campano: in
tutto centosettantasette pergamene. A tale
cifra si aggiungono sei regesti di atti
deperditi eseguiti da Gabriele Iannelli alla
metà del XIX sec., per un totale di
centottantatre pezzi. I documenti sono tutti
relativi al contado di Capua (400 km²). In
Appendice l'Autore ripubblica criticamente
il giudicato di Capua del (21) aprile 960 su
cui si sofferma a proposito della datazione.
Nella stessa sezione si leggono tra l'altro
alcune vecchie concessioni di arcivescovi
angioini, un mandatum della regina
Margherita, una concessione di re Alfonso,
la partecipatio beneficiorum di Francesco
prior Cartusie, la sententia a favore
dell'arcivescovo Giordano Gaetano ad abate
commendatario della S. Trinità di Gaeta nel
1466, la pagina absolutionis di Sisto IV con
cui esonera Giordano dalla commenda nel
1478. Tra i temi più importanti trattati c'è
quello dei rapporti tra Callisto III e
Giordano a proposito della Crociata contro i
Turchi (1456). Bova ricorda le lictere del
papa all'arcivescovo relative alla decima da
pagare per la costruzione delle galee contra
Teucros, inoltre la pagina hortacionis del
papa al re di Napoli Alfonso d'Aragona (Cum
his superioribus annis). del 29 giugno 1456,
il quale a sua volta la spedisce in copia a
Giordano il 30 luglio 1456. Interessante è
la vendita da cui risulta che nel 1463 il
feudo di Ordichella, presso San Tammaro, era
stato concesso ad Onorato Gaetano, conte di
Fondi, fratello di Giordano. Importanti sono
gli inventari dei beni ecclesiastici di cui
Bova dà notizia, tra cui quello del Capitolo
del 1471 e di alcuni monasteri, la cui
stesura si era resa necessaria per le
occupazioni indebite di terre, i saccheggi,
le morti a causa della peste e la fuga dalle
campagne per le guerre. Interessanti sono
due inventari in volgare relativi a oggetti
e abiti, uno del 1458 e l'altro del 1463,
come pure due dichiarazioni sempre in
volgare, la prima del 1455 e la seconda del
1464. Notevole la citazione di Tommaso
d'Aquino, cartarius (1465), che suggerisce
la presenza di una cartiera a Capua prima
dell'edizione del Breviarium Capuanum (Capua
1489): è bene ricordare che risale al 1455
la pubblicazione della Bibbia di Gutenberg,
mentre i primi stampatori compaiono a
Venezia nel 1469. Ed eccoci alle antiche
formule di un matrimonio a Marcianise nel
1455. Tra l'altro è riportata la fiera
risposta degli uomini delle ville di Loriano
e Trentola al nobile Rinaldo de Brancaciis,
dominus delle ville, i quali si dichiarano «vaxalli
beati Stefani prothomartiris et
archiepiscopatus civitatis Capuen e pertanto
«non intendunt nullo modo prestare dictum
iuramentum vaxallagii eidem Raynaldo».
Concludono il lavoro due excursus, uno sui
cibi del 400 a Capua e l'altro sulla
basilica di S. Angelo Informis. In Appendice
l'Autore ripubblica il giudicato capuano del
(21) marzo 960.