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Il volume comprende l’edizione integrale di circa duecento pergamene dell’Archivio Arcivescovile di Capua, suddivise nei fondi del Capitolo e della Curia, nonché alcune del Museo Campano. Esse sono relative al contado di Capua che, a metà ‘400, si estendeva per circa cinquecento km². In apertura l’Autore dedica alcune pagine alla biografia dell’arcivescovo Giordano Caetano (1447-1496), bene accetto al re Alfonso I d’Aragona e subentrato all’arcivescovo Nicola d’Acciapaccia che parteggiava per Renato d’Angiò: il suddetto tenta di recuperare alcuni beni della diocesi andati dispersi a causa della guerra di successione angioino-aragonese. Risultano promosse l’arte e la pittura, come è dimostrato dalla presenza nel Palazzo Arcivescovile dei magistri pictores Iohannellus de Philippo, di Capodrise, Gregorius Tamborrinus, di Capua, e Fidelis Tamorrinus, forse pure di Capua. Nel tempo assumerà sempre più importanza la basilica di S.ta Maria Maggiore, a cinque navate, nella Capua Vetere (oggi S. Maria Capua Vetere), da sempre ritenuta concattedrale, visitata il 15 agosto 1452 da re Alfonso. Bova coglie l’occasione per parlare dell’antico titolo di S. Maria Suricorum (879-880), con il quale era identificata tale basilica. Per Surici vanno intesi i Siriaci, ebrei convertiti, passati dalla Siria in Grecia e, successivamente, nelle nostre contrade. Oggi, grazie agli studi documentati di Bova, è noto che: «Jews and Syrians also near Capua» (G. Holzherr). Tramite la campagna antisemita promossa dagli Aragonesi i Surici furono confusi con i sullici (topi). In proposito viene ricordato come anche il programma politico hitleriano dipinse gli ebrei come topi. L’Autore coglie l’occasione per parlare della Perdonanza di S.ta Maria del 1° agosto, ovvero dell’Indulgenza Plenaria per i vivi, che papa Leone I Magno, secondo la tradizione, avrebbe concesso nel 460 alla basilica mariana capuana; nel 1470 Paolo II concedeva lo stesso privilegio anche all’omonima basilica di S.ta Maria Maggiore in Roma. Al 1471 risale la prima versione scritta della Leggenda del principe lebbroso, da cui trae origine la Perdonanza, elaborata in Aversa da Loise De Rosa. Avvennero forse delle feste millenarie? Il 1° agosto del 1487, 1489, 1490 fu presente alla Perdonanza di S.ta Maria nell’antica Capua anche il re di Napoli Ferrante I d’Aragona. Gregorio XIII, l’11 aprile 1580, conferirà il privilegio alla basilica di S.ta Maria di concedere l’Indulgenza Plenaria per i defunti. Il tempio sacro diventava così la chiave del Paradiso! Nel 1489 Caetano già aveva fatto stampare a Capua il Breviarium Capuanum. Bova tra l’altro evidenzia anche la presenza a Capua di alcune corporazioni di arti e mestieri sconosciute: i misteria speciarie, armerii et cultellerii, nonché le artes scalasie, campi et orti, mentre non è mai documentata la corporazione della seta, ovvero quella dei serici. Si interessa inoltre ai contratti di locazione, alle diverse procedure di concessione delle terre sterili da parte dell’arcivescovo e della badessa del monastero di S. Giovanni, ai costi vari, alle guerre e pestilenze, ai forestieri, stranieri ed ebrei. Interessante il ricorso del Capitolo di Roccamonfina all’arcivescovo di Capua contro il vescovo di Teano (1452), dove è citata per la prima volta nei documenti locali una Visita Pastorale. Importante il paragrafo sui maestri e procuratori dell’Annunziata di Capua e di Marcianise, dove si parla della figura del “bastoniere”. Non manca un riferimento a S.ta Veneranda (Venera), molto amata a Marcianise, della quale Bova già nel 2004 aveva individuato una preziosa reliquia nella chiesa di S. Pietro Apostolo a S. Maria Capua Vetere. Una carrellata di soprannomi singolari conclude l’introduzione; tra questi segnaliamo un Sabatino, detto “de Nato in Paglia”, e due che si fregiavano del nome di Alfonso de Aragona e Tommaso de Aquino. Bova infine conferma che il Granata nel 1766 vide i mosaici dei Ss. Pietro e Paolo nella chiesa di S. Maria delle Grazie e non in quella di S. Pietro ad Corpus, entrambe nell’antica Capua, come ebbe a sostenere nel 1757 l’erudito Pratilli, noto falsario.

 

 

 

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Aggiornato il: 08 febbraio 2023