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Capua ai tempi di Alfonso I di Aragona

(1439-1442)

Dalla “Introduzione” al volume secondo su “Le pergamene Aragonesi della Mater Ecclesia Capuana” di Giancarlo Bova, nella quale l’Autore, dopo una breve Premessa, nella quale invoca “l’ausilio non solo della paleografia, della diplomatica e dell’archivistica, che sono discipline fondamentali per tale tipo di studi, ma anche dell’intero gruppo di scienze che costituiscono la medievistica, vale a dire la filologia, la linguistica, l’ectodica, la numismatica, l’araldica, la metrologia, la topografia e ovviamente la conoscenza della storia”, e una sommaria descrizione della “Identità cittadina”, dove vengono messi in rilievo “i mercati, le feste religiose, gli ospedali, le congregazioni, gli ordini religioso-cavallereschi, la convinzione e l’orgoglio della fondazione apostolica della Chiesa locale, la Perdonanza di S.ta Maria del 1° agosto, legata alla leggenda del principe lebbroso”, ecc., in sequenza sono stilati i seguenti capitoli che, in totale, occupano circa 83 pagine: - Il re Alfonso e Capua; - Il re Alfonso e la Camera Arcivescovile Capuana; - Le transizioni economiche; - I profumieri dell’antica Capua; - La canapa; - La lana; - Le Fiere di Ginevra; - Le Fiere di Lione; - Le botteghe del Capitolo e la concia delle pelli; - Porti e mulini del Capitolo e dei monasteri; - L’edilizia privata a Capua; - L’edilizia privata nell’immediato territorio e oltre; - Capitani, castellani e governatori di Capua e del territorio tra Angioini e Aragonesi; - I baiuli della città di Capua; - Ecclesiastici capuani divenuti vescovi tra Umanesimo e Rinascimento; - I procuratori della congregazione della Cattedrale; - I procuratori della distribuzione dei beni della Chiesa i Capua; - Altri procuratori di monasteri e congregazioni di chiese locali; - Alcuni vicari generali; - Altri personaggi di spicco ecclesiastici e laici di Capua; - Un incendio nel Palazzo Arcivescovile; - Il salterio in lictera Longobarda del Capitolo; - I baiuli del monastero di S. Giovanni delle Monache; - Le monache di S. Giovanni danno la dote a una serva, secondo le consuetudini di Capua; - Il mulino sommerso del monastero di S. Giovanni delle Monache; - Il nauclerio del monastero di S. Maria delle Monache; - Un mercante di panni, cittadino di Capua con una terra in Villa Selece; - Un saraceno notaio e mercante; - I di Cicco, una famiglia in ascesa. Corporazione degli armerii et cultellarii; - Una famiglia nobile di origine romagnolo-laziale: i Di Cecio; - Una famiglia di probabile origine croata: i Rauso; - Il cognome De Mecca: un matronimico o un toponimo arabo; - Antichi rapporti con l’Ucrania e la Russia. La leggenda del principe Bova; - Gli antichi rapporti con l’Ungheria. San Nicola la Strada; - Siriaci damasceni e palestinesi a Capua. La famiglia Giordano; - La Sclavonia. Villa Sclavorum, le famiglie Schiavo e Schiavone; - La presenza greca; - Alcuni personaggi e armigeri umbri, originari di Assisi e Perugia; - Un armigero albanese; - Un cittadino di Carre (Mesopotamia); - Un tedesco a Capua in età aragonese: Nicola de Maguncio; - Gli Scarano; - I Saccomando; - Un prigioniero di Caiazzo liberato: il magister Antonio de Sancto Entamo; - Un abate di origini rumena o serba: Roberto Rasca; - Una famiglia di orine polacca a Casal Loriano: i Lasco; - Il figliuol prodigo; - Giovanni senza Paura; - Un “insorato”; - Un ubriacone passato alla storia; - Le meretrici; - La presa di possesso di una pezza di terra; - La presa di possesso di un hospicium; - La presa di possesso di una domus; - La presa di possesso di una coadiutoria abaziale; - La presa di possesso di una rettoria;  Un toponimo raccapricciante: alo Sanguinaro, presso Calvi; - La villa S. Herasmi nell’antica Capua; - Il parco del re nella villa S. Herasmi; - La grotta Pelegna nella Villa Herasmi; - Le passeggiate dei capuani nell’antica Capua; - Le passeggiate dei capuani nella Capua medievale; - La chiesa di S. Marco ad Medicos nell’antica Capua; - Alcuni primiceri e canonici della chiesa di S. Maria Maggiore nell’antica Capua. Il soprannome Scappapendaglio; I della Vigna e i delle Vigne a Capua tra XII e XVI secolo. Il palazzo di Bartolomeo de Vinea, la monaca Caterina de Vineis; - Castelvolturno; - Il culto mariano a Pietra Melara e a Teano; - Reminiscenze del periodo longobardo: il ponte de la Mala Nocte a Bellona; - Reminiscenze del periodo longobardo: il ponte di Teodemondo.

 

 

 

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Aggiornato il: 22 gennaio 2017