Dalla “Introduzione” al
volume secondo su “Le pergamene Aragonesi
della Mater Ecclesia Capuana” di Giancarlo
Bova, nella quale l’Autore, dopo una breve
Premessa, nella quale invoca “l’ausilio non
solo della paleografia, della diplomatica e
dell’archivistica, che sono discipline
fondamentali per tale tipo di studi, ma
anche dell’intero gruppo di scienze che
costituiscono la medievistica, vale a dire
la filologia, la linguistica, l’ectodica, la
numismatica, l’araldica, la metrologia, la
topografia e ovviamente la conoscenza della
storia”, e una sommaria descrizione della
“Identità cittadina”, dove vengono messi in
rilievo “i mercati, le feste religiose, gli
ospedali, le congregazioni, gli ordini
religioso-cavallereschi, la convinzione e
l’orgoglio della fondazione apostolica della
Chiesa locale, la Perdonanza di S.ta Maria
del 1° agosto, legata alla leggenda del
principe lebbroso”, ecc., in sequenza sono
stilati i seguenti capitoli che, in totale,
occupano circa 83 pagine: - Il re Alfonso e
Capua; - Il re Alfonso e la Camera
Arcivescovile Capuana; - Le transizioni
economiche; - I profumieri dell’antica
Capua; - La canapa; - La lana; - Le Fiere di
Ginevra; - Le Fiere di Lione; - Le botteghe
del Capitolo e la concia delle pelli; -
Porti e mulini del Capitolo e dei monasteri;
- L’edilizia privata a Capua; - L’edilizia
privata nell’immediato territorio e oltre; -
Capitani, castellani e governatori di Capua
e del territorio tra Angioini e Aragonesi; -
I baiuli della città di Capua; -
Ecclesiastici capuani divenuti vescovi tra
Umanesimo e Rinascimento; - I procuratori
della congregazione della Cattedrale; - I
procuratori della distribuzione dei beni
della Chiesa i Capua; - Altri procuratori di
monasteri e congregazioni di chiese locali;
- Alcuni vicari generali; - Altri personaggi
di spicco ecclesiastici e laici di Capua; -
Un incendio nel Palazzo Arcivescovile; - Il
salterio in lictera Longobarda del Capitolo;
- I baiuli del monastero di S. Giovanni
delle Monache; - Le monache di S. Giovanni
danno la dote a una serva, secondo le
consuetudini di Capua; - Il mulino sommerso
del monastero di S. Giovanni delle Monache;
- Il nauclerio del monastero di S. Maria
delle Monache; - Un mercante di panni,
cittadino di Capua con una terra in Villa
Selece; - Un saraceno notaio e mercante; - I
di Cicco, una famiglia in ascesa.
Corporazione degli armerii et cultellarii; -
Una famiglia nobile di origine
romagnolo-laziale: i Di Cecio; - Una
famiglia di probabile origine croata: i
Rauso; - Il cognome De Mecca: un matronimico
o un toponimo arabo; - Antichi rapporti con
l’Ucrania e la Russia. La leggenda del
principe Bova; - Gli antichi rapporti con
l’Ungheria. San Nicola la Strada; - Siriaci
damasceni e palestinesi a Capua. La famiglia
Giordano; - La Sclavonia. Villa Sclavorum,
le famiglie Schiavo e Schiavone; - La
presenza greca; - Alcuni personaggi e
armigeri umbri, originari di Assisi e
Perugia; - Un armigero albanese; - Un
cittadino di Carre (Mesopotamia); - Un
tedesco a Capua in età aragonese: Nicola de
Maguncio; - Gli Scarano; - I Saccomando; -
Un prigioniero di Caiazzo liberato: il
magister Antonio de Sancto Entamo; - Un
abate di origini rumena o serba: Roberto
Rasca; - Una famiglia di orine polacca a
Casal Loriano: i Lasco; - Il figliuol
prodigo; - Giovanni senza Paura; - Un “insorato”;
- Un ubriacone passato alla storia; - Le
meretrici; - La presa di possesso di una
pezza di terra; - La presa di possesso di un
hospicium; - La presa di possesso di una
domus; - La presa di possesso di una
coadiutoria abaziale; - La presa di possesso
di una rettoria; Un toponimo
raccapricciante: alo Sanguinaro, presso
Calvi; - La villa S. Herasmi nell’antica
Capua; - Il parco del re nella villa S.
Herasmi; - La grotta Pelegna nella Villa
Herasmi; - Le passeggiate dei capuani
nell’antica Capua; - Le passeggiate dei
capuani nella Capua medievale; - La chiesa
di S. Marco ad Medicos nell’antica Capua; -
Alcuni primiceri e canonici della chiesa di
S. Maria Maggiore nell’antica Capua. Il
soprannome Scappapendaglio; I della Vigna e
i delle Vigne a Capua tra XII e XVI secolo.
Il palazzo di Bartolomeo de Vinea, la monaca
Caterina de Vineis; - Castelvolturno; - Il
culto mariano a Pietra Melara e a Teano; -
Reminiscenze del periodo longobardo: il
ponte de la Mala Nocte a Bellona; -
Reminiscenze del periodo longobardo: il
ponte di Teodemondo.